Luce dei tuoi occhi 2, senza la tensione si perde anche la motivazione a seguirlo: la recensione
Se la prima stagione funzionava grazie alla ricerca della figlia da parte della protagonista, il seguito della serie tv di Canale 5 non decolla
Più che una fiction degli anni Duemilaventi, un fotoromanzo con le immagini in movimento. Luce dei tuoi occhi 2, questo va detto, resta fedele all’impronta con cui aveva mosso i suoi primi passi quando andò in onda un anno e mezzo fa con la prima stagione. Non cambia nulla nell’impostazione del racconto, ma quello che cambia è la tensione narrativa, ora praticamente pari a zero.
Luce dei tuoi occhi 2, la recensione
La prima stagione della fiction di Canale 5 e Mediaset Infinity funzionava perché c’era una ricerca, un’indagine, da parte della protagonista Emma (Anna Valle) nei confronti della figlia Alice, che le era stato detto fosse morte dopo la nascita e che invece è finita in un giro di bambine rubate e vendute.
Una ricerca che si era conclusa con un nulla di fatto, ma con la consapevolezza da parte della protagonista che la sua vita avrebbe potuto andare avanti a Vicenza, grazie all’amore di Enrico (Giuseppe Zeno) e delle ballerine dell’Accademia in cui ha deciso di insegnare.
La seconda stagione, invece, parte con la rivelazione che Alice è Diana Novak (Irene Paloma Jona), una delle nuove ballerina dell’Accademia. Quella ricerca che aveva fatto da motore alla prima stagione, trova una risoluzione così immediata e semplice che smorza ogni tentativo di trovare nuovi appigli per i nuovi episodi.
E così, il lavoro fatto nella prima stagione svanisce. Tant’è che viene da chiedersi se questa seconda stagione fosse davvero così indispensabile o se quel finale, con Emma ed Enrico (Giuseppe Zeno) che tornano a casa insieme dopo che la protagonista aveva intravisto una nuova ballerina, sarebbe potuto bastare a chiudere una storia anche se senza un finale da lieto fine.
Il problema di Luce dei tuoi occhi potrebbe essere proprio questo: la necessità di trovare un finale che sia buono al punto giusto e che possa dare l’happy ending che si pensa che il pubblico desideri. Ma se nel farlo ci si dimentica di costruire intorno una storia che sappia reggere la mission, il risultato non fa molto bene.
A questo si aggiunga il solito problema delle serie Mediaset di voler dipingere un mondo patinato, apparentemente vicino a quello reale ma che finisce per essere lontano anni luce per modi di porsi, dialoghi e personaggi. Inutile che una ragazza giochi a scacchi online o proponga di vedere “una serie coreana” (cosa che ci fa intuire che l’episodio sia stato scritto durante il boom di Squid Game), se nel complesso tutto viene gestito come se fossimo ancora nei primi anni Duemila.
Così, tra scene sussurrate (praticamente tutte) e climax che non arrivano mai, Luce dei tuoi occhi 2 è un seguito non richiesto o, meglio, richiesto dalla rete che giustamente ha voluto puntare su una serie che nella prima stagione aveva dato buoni risultati. Peccato, però, che il nuovo lavoro non sia riuscito altrettanto bene.